▷S1E4 Il dialetto è un lusso: Peppe Voltarelli canta in calabrese

In questo episodio molto speciale il premiato cantante Peppe Voltarelli dimostra di persone il suo lavoro musicale e teatrale in calabrese. Anche Rose Thomas suona una della sua canzoni! Che cosa li fa cantare? Ovviamente "la panza china," per non parlare della bella bottiglia di Cirò DOC da Sergio Arcuri. Non perderti questa bellissima discussione del significato dei dialetti del mondo. Quale dialetto è il più punk rock? Ascolta una tarantella e un monologo arrabiato in Calabrese prima da decidere.

 

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  • soprattutto nel bene facendo in modo che uscisse la mia anima più profonda e la gente e gli amici che mi circondavano percepiscero questa sorta di caratteristica, un po' come il vino, si sentono le note di una terra e spesso mi diceva "ma tu sei molto attaccato alla tua terra, ma terra, ma non in senso affettivo, proprio in senso fisico, ma non solo appunto in un discorso letterario o filosofico o sentimentale, ma proprio fisico, complessa. Quante lingue parli? Un po' inglese, un po' spagnolo, un po' italiano, un po' francese, un po' calabrese. Benvenuti a modo di bere podcast su pevande locali e detti locali sono la condutrice Rose Thomas Bannister. Sono molto contento di parlare oggi con Peppe Voltarelli. Peppe è un premiato cantante, canta autore e autore dalla bellissima regione Calabria. Dei anni novanta Peppe ha fondato il Grupo Folk Rock, il parto delle nuvole pesanti, ha pubblicato molti album e viaggia in tutto il mondo cantando spesso in dialetto alla brezza. Devo anche dire pepe che mi piace molto il tuo canale YouTube. Stai qui in New York City facendo un nuovo album, come va? Ciao Ross, grazie. Sì, sono qui a New York per registrare un nuovo lavoro con dei musicisti di New York e con un producer italiano che vive in America da vent 'anni, si chiama Simone Giuliani, era un mio desiderio da tanto tempo di lavorare, di collaborare con musicisti di New York, perché mi interessava questo suono tipicamente New Yorkese, di alcuni di loro, il loro stile, il modo di mescolare un po' le culture. Come sapete questo è il parcastele bevande locali e detti locali. Abbiamo qui un vino calabrese, una bottiglia di ciro. Il ciro d 'oxy produce un po' di vino bianco, ma la maggior parte fanno vino rosso e vino rosato da l 'uva Gallioppo. Pepe, assaggiamo insieme il vino del di tuo amico? Sì, sì, è stata grande bottiglia di rosso di sergiarcure, buonissima. Quando ci siamo conosciuti, dovuto per caso, mi ha detto che conosci questo wine maker, no? Sì, sì, perché io vengo da un paese che è molto vicino a Ciro, si chiama Myerto, il mio paese. Ho tanti amici a Ciro, produttori di vino, tra cui Sergio apprezzo molto il loro lavoro e negli ultimi anni stanno cambiando veramente molto l 'idea del vino calabrese e si stanno apprendendo molto al mondo, insomma è molto interessante intorno al vino calabrese, grazie soprattutto a loro modo di lavorare. Il produttore si chiama C 'era il ciro rosso, ho assaggiato anche il suo rosato, trovo molto leggero e copro in equilibrio con notte complesso ma piacevole di fiori secchi come rosa e lila, arance e ciliegia. Il rosero abbiamo bevuto a cena con la sera che ci siamo conosciuti, Il Drossè, no? Ti ricordi? Ha avuto un grande successo la nostra tavola. Grazie, grazie. Grazie per il consiglio. No, sono contento che ti piace. Mi piacerebbe che tu ci insegnassi qualche detti calabrese? Beh, noi in Calabria abbiamo molti detti. C 'è uno che parla appunto molto connesso con la musica che sarebbe un detto che spesso viene condesso anche con il senso del lavoro e dice proprio questo e dice "Panzagginia canta, no camisa yanca" che è un detto che vuol dire per l 'appunto con la pancia piena si canta meglio che non basta una camicia purita, una camicia bianca, quindi è interessante, è simpatico. Cosa c 'è di speciale nel dialetto Calabrese? Siano suoni o grammatica, ritmo? Il dialetto Calabrese è molto, da questo punto di vista, paragonato agli altri dialetti italiani, è un dialetto molto ancestrale, molto crudo, è anche molto difficile anche da scrivere secondo me, è un dialetto assolutamente di tradizione orale e poi ci sono moltissimi dialetti calabrese, nel senso che ce ne sono almeno 100 diversi in tutta la regione. Quindi, non so, il dialetto della mia zona, della Ionica Cosentina è diversissimo dal dialetto dialetto della Sila, è diversissimo il dialetto del Catanzarese, quindi ogni zona c 'è una propria peculiarità. La scommessa forte che abbiamo fatto noi all 'inizio del 1990, quello di scrivere canzoni in dialetto con Abrese, è stata una scommessa dettata dal desiderio di arrivare a questa dialetta più gente possibile e fare in modo che la nostra lingua venisse percepita all 'esterno come un fatto diciamo con una valenza poetica importante, oltre che un fatto etnico diciamo comunque locale, ma proprio come una valenza poetica e questa cosa qua è stata una bella scommessa anche vincente perché da quel momento in cui noi abbiamo iniziato c 'è stata una rivalutazione anche proprio della nostra lingua sia nella musica ma anche nel teatro, nella poesia, all 'inizio degli anni 2000 è successo un po' questa sorta di della lingua da Bres. Raccontaci la tua esperienza con il dialetto da giovane? Beh sì, io ho sempre parlato in dialetto in famiglia e a scuola come tutti noi del resto. E poi chiaramente quando sono andato a Borogna il dialetto per me è diventato uno strumento per socializzare con chi veniva dalla mia terra, ma anche con chi non veniva dalla mia terra, quindi comunque uno strumento che mi ha caratterizzato, che mi ha dato questa connotazione forte nel bene o nel male, ma soprattutto nel bene facendo in modo che uscisse la mia anima più profonda e la gente e gli amici che mi circondavano percepiscero questa sorta di caratteristiche, un po' come il vino, si sentono le note di una terra e spesso mi dicevano "ma tu sei molto attaccato alla tua terra, ma non in senso affettivo, proprio in senso fisico, hai i propri piedi nella terra, quando tu parli si sente che hai i piedi nella terra". È interessante perché alcune volte non ci raccogiamo di quanto siamo legati alla terra, ma non solo appunto in un discorso letterario o filosofico o sentimentale, ma proprio fisico. Cioè fare delle cose che sono assolutamente spontanei spontaneo raccontano la tua terra e quindi e quindi a Bologna sta cosa è diventata un po per gioco una caratteristica che poi mi ha portato a scrivere sempre in dialetto e mi ha fatto rendere consapevole di quanto questa lingua potesse aiutarmi a fare il lavoro che facevo cioè a scrivere a cantare a esprimere dei sentimenti in una lingua ancestrale anche un po marginale rispetto perché il calabrese ovviamente come tu sai non è una lingua internazionale come il napoletano come il siciliano che sono lingue con chi conosce in tutto il mondo. La nostra lingua è un po più marginale quindi ancora di più per certi versi mi sento sempre un portabandiera, un patriota di questa lingua, di questa poesia qua. In maniera molto aperta ovviamente, non in maniera chiusa, ma aperta verso il mondo, verso gli altri e sempre con grande desiderio di farsi contaminare e di farsi attraversare. Dopo devi che raccontarmi la storia la tua esperienza nel Bronx, a di considerare quanto lontano può viaggiare Calabrese del dialetto primo, ci suonereste in una canzone Calabrese e spiegare le parole? Sì, questa si chiama Stacittà, è un brano che ho scritto negli anni 2010 2010. In quegli anni mi sono trasferito a Berlino per un anno e ho vissuto insomma a Roma, a Berlino, a Napoli ed è nata questa canzone. Sbummatiketataz Tic -tic -tic -tic... Sbummatiketataz Sbummatiketataz Quante cose buone, quante vase, troppe vase Quante nette, belle nette, male mente Perissate sa città Perissate sa città In un voglionento, un fazzlento, un di crento, un toc nento, un guardenento, un paginento Perissata esacittà, perissata esacittà Quanta gente non si sa Che guarda in basso e capirà Quante belle sagittà, quante belle starca, quante forti, quante storti, quante sporche sagittà, quante belle sagittà, quante belle starca, quante forti, quante storti, quante morte sagittà, shh, boom, tic -tac -tac, shh boom, tic -tac -tac, shh boom, tic -tac -tac, shh boom, tic -tac -tac, shh boom, tic -tac -tac, shh boom, tic -tac -tac, shh boom, tic -tac -tac, shh boom, tic -tac -tac, shh boom, tic -tac -tac, shh boom, tic -tac -tac, shh boom, tic -tac -tac, shh boom, tic -tac -tac, shh boom bravo, non se come si dice in italiano la percussione Si sarebbe una percussione con la bocca. Dimmi che trovi in dialetto calabrese del ritmo. Ma guarda la musica, allora il dialetto ha questa grande possibilità di essere cantato meglio dell 'italiano, perché è una lingua con più, diciamo, Facoltà di essere manipolato, di essere tagliato, di essere trasformato. C 'è una lingua aperta il dialetto, quindi è molto più musicale dell 'italiano secondo me. E in questo senso è anche una lingua, siccome è una lingua tale, quindi non è scritta, è anche, come dire, la puoi anche riscrivere. C 'è una lingua che vive comunque un 'attualità sempre, una trasformazione, una lingua che si trasforma giorno dopo giorno, molto di più che l 'italiano, che c 'è delle regole molto più forti, che ha una struttura molto solida, una storia molto importante. Mentre il nostro dialetto è una lingua anche un po' bastarda da un certo punto di vista. C 'è un po' che è pronta a trasformarsi in tante cose diverse. E' bello cantare in dialetto perché ti dà la possibilità di avere un grande ritmo dentro. E quindi non so. Vantiamo, avanti, avanti, avanti, avanti, avanti. Ia amavanti, ama rete, ama rete, ama rete, ama rete, ama rete. Ia ama rete, ama rete, ama rete, ama rete. Per dirti questa cosa in italiano sarebbe difficile da far suonare così, no? Perché in italiano sarebbe "Andiamo avanti, andiamo avanti, andiamo avanti, andiamo avanti, andiamo avanti, andiamo avanti". Andiamo indietro, andiamo indietro, andiamo indietro. È complicato da fare insomma. Quindi però in dialetto dice a questa anche questa velocità che è quasi come uno slang, no? Sì. Per dire, in italiano si dice Restiamo fermi, no? Stiamo fermi. Fermi? No? Stamma fermi. Stamma fermi. Stamma fermi. Stamma fermi. Stamma fermi. Stamma fermi. Stamma fermi. Stamma fermi. Stamma fermi. Mh. No, no fermi. Fermi. Quindi questo "mh" è una roba che suona da solo, c 'è un sono indipendente. Quindi c 'è Come dire, in dialettia è una lingua che c 'è molto da raccontare a livello fonetico, proprio come sonorità, come sfumature rispetto all 'italiano. Stiamo fermi. Mi sento come un vocabulario molto musicale. Beh, io sei cosa, suonando spesso da solo, allora sono abituato a fare sia la parte dell 'accompagnamento. E quindi faccio… Cioè, sono abituato ad essere, come dire, autosufficente, no? Quindi faccio sia la parte cantata che la parte melodica melodica strumentale. Anche la visarmonica con la bocca, posso parlare. Sì, anche prima entra la lingua, già è cala presse, no? Sì, sì. E' una lingua fatta, capito. Non c 'ha bisogno di... Cioè, io andai nel 2017 in Madagascar a fare una tournée e collaboravo con questi due musicisti al Madagascar in cui ho dovuto spiegare qual era questa canzone "Yamavante" che erano fatta di tre parole "Yamavante", "Yammer Red" e "Stamo ferma". Allora li abbiamo tradotte in malgascio nella lingua del E lei abbiamo cantato. Ed era perfetto, no? Se vedi anche su YouTube c 'è questo rapper di Antananarivo, no? Che fa "iamavanti, amavanti, amavanti, amavanti, amavanti, amavanti, amavanti" E traduce in malgascio e c 'è la stessa potenza, stessa energia, no? Per questo il dialetto è una cosa internazionale, no? Riesce ad arrivare molto prima di una lingua come l 'italiano, che ha comunque una mediazione storica, grammaticale, molto più complessa. Quante lingue parli? Un po' inglese, un po' spagnolo, un po' italiano, un po' francese, un po' calabrese. La gente lo chiamava Colapisce, perché stavano amare come un pisce. D 'un dibini per non sapia nessuno, forse era figlio di l 'udionettuno. O co' la lumeregna scandacchiare, su quali pedamento tu si sosteni con la pisci currieva ma io torno ma è sta con la pisci currieva così si è tamare con la pisci e D 'ingialonna subito sparisce Ma dopo un po' coccista novità Allora è niente con la piscita Ma i stalli terri vostri Stanno sopra tre pilastri E l 'ho fatta sai tremendo Uno già si sta rumpendo Ho destino mio infelice Che sventura mi predice Che anciorreco mai a fare solo tu mi posso arbari con la pisci curria e vache vai attorno ma questa con la pisci curria e vache la la la la... la la la... la la la... -questa è la, Questa è la legenda di Colapesce, una canzone che parla di questo pescatore che si butta in mare e non riemerge più perché è rimasto a sostenere una delle tre colonne che arreglano la Sicilia. È una vecchia legenda che si trova anche sul libro "La FIAB ITALIANE di Dall 'Ocalvino, è un pezzo di ottello profazio che io ho rifatto, ho profazio questo cantastorio e calabrese. Raccontaci della tua decisione di cantare in dialetto? Io ho deciso di cantare in dialetto perché era una cosa più immediata che io potessi fare, c 'è una cosa più diretta, più a più credibile e quindi ho iniziato a cantare in calabrese per gioco negli anni '90, all 'inizio degli anni '90, '91. E ho rullato, ho rullato, ho gridao, ho gridao perché eravamo un gruppo punk folk di Tarantella Punk. Poi ho avuto un incontro molto importante con un regista teatrale, con cui abbiamo messo in scena un lavoro che siamo a Rocco Storto. Questo regista siamo a Fulio Cauteruccio, che il mio maestro, il mio amico, è con lui e abbiamo fatto le musiche di questa pista teatrale, di questa recita, di questo spettacolo e lì mi sono reso conto per la prima volta di quanto la mia lingua era importante da un punto di vista sociale, da un punto di vista storico, da un punto di vista emotivo, poetico e da lì ho cominciato a cambiare anche il mio modo di la mia percezione della lingua stessa, quindi un po' ecco la consapevolezza di avere in mano uno strumento importante, come era la lingua calabrese, che tuttora è la mia lingua principale delle canzoni. Anche questa idea di fare un album a New York con canzoni calabresi fa parte un po' di questa follia, l 'idea che ci siano dieci musicisti di New York che si relazionano con delle canzoni scritte In Calabrese per me è una cosa molto bella, molto poetica, è molto bella anche da raccontare ai nostri figli, no? Una volta sono andato a New York e abbiamo cantato delle canzoni in Calabrese in uno studio di Lower East Side, nel Mitico East Side Sound Studio, con un grande ingegnere del suono, Marco Urselli, e le canzoni erano tutte la Bresa e poi uno chiede "ma di che parlavano?" "Ah, parlavano di quello, parlavano di quest 'altro". Non era l 'ora di sentire, no? Abbiamo terminato le riprese, le registrazioni e adesso abbiamo fare il mix. Ok. Perché ci sono batterie, chitarre, contrabasso, violini, fiati, clarinet, piano Pianoforte, è l 'auto -filzamento. Forse è un esempio di suonare con noi nel nostro appartamento con molti strumenti, no? No, speriamo, sì. Vorrei dire. Amo la storia del concerto in Bronx, per i nostri ascoltatori. abbiamo registrato primo l 'intervista in inglese, è una storia che mi ha detto, è importante. Sì no, è la prima volta che venne a New York nel 2002, ovviamente ero felicissimo di cantare a New York, era questo tour di due settimane e la prima sera è In un posto nel Bronx, nella East Tremont Avenue, c 'erano un sacco di persone e sono salito sul palco e ho detto "hello everybody, I am Peppe from Italy" e nessuno fiatava, c 'era un silenzio tremendo, quasi gelo, no? Poi ho pensato l 'ha sbagliato la cento, forse era sbagliato qualche parola e quindi sono ritornato e ho detto "Hello everybody, I'm Peppe from Italy, from South Italy" Silenzio, anche lì nessuno parlava. E finché uno, un signore si è alzato in piedi e ha detto "Parla Calabrese" ed erano 250 persone di cosenza che erano emigrate in America negli anni 50 e volevano assolutamente che io parlasse in italiano e comunque in dialetto soprattutto e cantassi per loro. E lì è stato un bel momento, un impatto molto forte in cui mi sono reso conto di quanto certe volte il mondo è piccolo, è molto piccolo. Quindi bisogna conoscerà assolutamente il repertorio Folk che ti può salvare la vita, come quella sera mi salvò a me. Sono d 'accordo. Per me mi interessa, possiamo parlare delle diverse tarantelle? Ma sì, guarda, noi devo dirti io ho avuto sempre un approccio molto, diciamo, non filologico al folk music. Quindi io sono arrivato al folk da rocker, da punk rocker. Poi piano piano mi sono reso conto collaborando con altri musicisti, anche nel mio stesso gruppo molto bravi, frequentando i folk festival in tutta Italia ho visto che Buglia c 'era per esempio la pizzica, che in Campania, in Napoli c 'è la Tamuriata e che in Calabria c 'è la Tarantella che può essere anche molto diversa, dalla Spromonte, dalla Zona Regina, dalla Zona Della Sila. L 'unica cosa che mi è rimasta un po' in presso di queste grandi differenze era l 'approccio diciamo violento della Tarantella c 'è l 'approccio quasi grudo, non mediato da nessun tipo di tecniche di bravura, è una cosa molto ancestrale quasi animalesca. E questa era bella perché è la cosa più vicina al punk che c 'era, mentre per esempio sia la pizzeria che la tamoriata hanno Comunque una finezza, un 'elaborazione molto speciale, io ho sempre trovato che invece l 'Atlantea Calabrese sia una cosa molto irreverente, forse sbaglio da un punto di vista o storico musicale, insomma, però comunque io sento questo fatto che da noi l 'approccio alla musica folk è molto violento, molto duro e quindi una delle sfide che ho posto in essere nel mio lavoro è stato sempre quello di riuscire magari anche a scrivere delle canzoni d 'amore in dialetto, scrivere delle ballate che potevano essere un o la parte dolce della nostra cattiveria, non so se ci sono riusciti, ma ci sto provando. Ok, play us a tarantella. campane sono, attenta a chi neti, stappici nemmo quando a me cominciate ranna fera, tutti poti accantare sa canzone quando a me cominciate ranna fera, attenta a chi neti, stappici nemmo Questa è il titolo di questa canzone, "Raggia", che sarebbe come "Arabia", "Arrage". Allora, parla in un calabrese arrabbiato E' dura, questo è un pezzo dello spettacolo Rock 'n 'Storto. Dimitri, è questo spettacolo? Era un soldato calabrese sul front della Prima Guerra Mondiale. È un soldato che raccontava la maledizione della guerra, della trincea e lo faceva tutto in dialetta. E noi abbiamo realizzato le musiche di questo disco, di questo spettacolo, e abbiamo fatto più di 150 replica in tutta Italia, 150 spettacoli in cinque anni, e ha avuto molto successo. Ha scritto Francesco Suriano, il registra interpretera Fulvio Cauteruccio, accompagnia Krypton, e noi eravamo, il parto una pesante eravamo le musiche dal vivo, e io avevo scritto tre canzoni, è un bel lavoro, che mi ha insegnato tanto questa cosa. Ma la bellezza del dialetto è che riesce ad arrivare anche senza capirlo, cioè il dialetto funziona perché capisci il mondo in cui nasce, anche il nostro spettacolo Rocco Storto era tutto atto tutto completamente in dialetto calabrese e quando noi recitavamo a Udine, a Torino, a Varese, a Milano, le persone che non erano calabrese ovviamente non capivano, però capivano tutto. Cioè si capiva tu, si capisce capisce È fazzesca? Dime della idea dell 'un dialetto del mondo. Ma io penso di Sì, c 'è un livello di comunicazione poetico molto forte nel dialetto e in tutte le lingue native, tutte le lingue originarie, c 'è questa potenza dell 'accent, della parola che riesce a trasmettere l 'emozione più della grammatica, più della scrittura, è una questione proprio tribale, il dialetto è tribale come se fosse un dialetto in un luogo dove non hanno ancora inventato la scrittura, non ci sono ancora i libri, quindi in questo senso il c 'è un potente, c 'è un potente, molto potente. Possiamo provare qualcosa, perché il mio italiano non va molto bene, bene, bene, bene, bene, bene a stanotte, sto un po' strana forse, possiamo provare, tu parli in dialetto, possiamo vedere se capisco. Sì, va bene. Sì. E' stasera, mi ha trovato in trasmettere la situazione a New York, con un parebbe che deve vino, un po' che pane, oggi. Stava veramente di lusso, una questione proprio di lusso. Ok. Capisco, capisco! Sì, no, capisco, capisco! Quando sei arrivato in New York, qualcosa del luce, qualcosa del luce e qualcosa del pane. No? Sì? O no? Sì, sì. No, noi siamo trovati con lo pano, uvino, l 'oglio, la situazione è il lusso. Il lusso. Il lusso è "luxury". Lusso. No, Lusso. Lusso. Lusso. Lusso? Come si dice in italiano, in inglese lusso. Lusso. Non lo so. Lusso è non è come ricchezza. Ok, lusso. Lusso. Ok, pane, vino, olio, amici, musica, dialetto, lingua. Un 'etica potete che potete volire. Possiamo provare, altra cosa, Peppe. Può descrivere l 'appartamento quando stiamo a incontracci? Sì, in un bello palazzo, quando arrivo c 'è uno grande corredoio, c 'è uno portiere, uno campare che ti spiega dove devi ripettersi per il primo piano, il secondo piano, F, F, F, F1, FD, FEC, 1, 2, B, C, portato di tutto, non sa che edisca, non sa che edisca remori, tiene libre, libre, libre, libre, libre. E poi c 'è una cattura di 50 giliproteghende in libro. Che si chiama? Come si chiama? Carlos. Carlos. Carlos Garcia Imaduro. Carlos Garcia Imaduro. Presidente, onorario. Capisci. È bello. Capisci il nostro gato. Nostro gato enorme. Sì, siamo qui nel... un posto in New York con i libri, come si dice "album"? Dischi. Dischi. Vinile. Anni vinile. Vinile? Vinile. Vinile. Venniglia. Venniglia. No, no, Venniglia. No, no, Venniglia, Venniglia. Sì, Peppe, che ti capisco meglio in dialetto. È buono. Più che italiano, più che quando sono stanca. Forse è perché mi ha avuto di studiare, la lingua, forse un 'idea di lavoro, come una macchina, di capire italiano quando cambiamo al dialetto. Credo che è più facile di capire. Credo che è possibile che questa idea che è - Il lusso del dialetto. - Sì, il lusso di... Salute. - Salute con Ciro. - È bello il lusso del dialetto. Un detto mio, in modo di dire... - Salute. - Ciaso. Allora, Il nome del tuo gruppo, delle anni '90, il parto delle nuvole pesanti, mi ricordo di una canzone mia prima della questa intervista non ho idea di fare musica in questo progetto, ma quando mi spiega prima nel nel intervista inglese mi sento di condividere questa canzone allora questa canzone si chiama Iowa Iowa è un stato del Midwest di Stato Uniti e a questo momento di scrivere questa canzone per E era un momento di pensare le cose del posto del posto Midwest a Euceli Euceli, the barn, the blackbird, the windmill Se c 'è una persona che studia inglese è possibile di ascoltare interviste inglese per più informazioni della canzone. Certo, certo. I could sing about addiction, I could sing about destructive love I could sing about a red -winged black bird and I would I could sing about ♪ I could sing about lust ♪ ♪ I could sing about the shiny silver roof ♪ ♪ Of a barn in Iowa ♪ ♪ I could sing about conflict, I could sing about blood I could sing about the sad women on the hills in Iowa I could sing about the judgement, I could sing about religion I could sing about the heavy rain clouds that hang over Iwo Red wings, black birds, shiny Silver sand with milk Heavy rains are coming ♪ Wings, black birds, sad women ♪ ♪ Heavy rains are coming over ♪ (upbeat music) [Music] Red waves shining silver, Sideway milk, Heavy rains are coming, Red waves shining But when the heavy rains are coming Heavy rains are coming Heavy rains are coming Heavy rains are coming Are coming E' la mia marito nella seconda chitata, grazie Bob Bannister, Bob Bannister, ladies and gentlemen. Grande Bob. Ti piace mia canzone? Molto bella. Grazie, è un scambio dei posti, della Iowa Brasca, Iowa, Calabria, Sicilia, tutti i posti. Grazie, grazie mille Peppe per il tempo per parlare con me di quasi tempo in molti lingui. Grazie, grazie a te. Peppe, hai fatto tanto musica, dove possono andare i nostri ascoltatore per seguirti e a quesistare la tua musica? Sì, allora c 'è il mio sito che è PepeVoltarelli .eu dove potete trovare tutti gli album, i concerti, tutti gli spazi social oppure potete seguirmi appunto su Instagram, su Facebook, su Twitter PepeVoltarelli, il mio hashtag. Sì, metterò anche tutte le informazioni nelle notte dell 'episodio, grazie mille a Peppe Voltarelli e a tutti i nostri ascoltatori, grazie, grazie per insegnarmi dal dialetto Calabrese, grazie, grazie a tutti, sì, sì, sì, sono "I'm persuaded". Sono persuasa. Sì, sono persuasa della... come... la luce, la luce. Il lusso. Il lusso del dialetto. Il lusso del dialetto. Cos 'è il titolo? Il lusso del dialetto, grazie. Il titolo, grazie, grazie, grazie per la musica, per tutto quel lavoro. Ovunque tu vada e qualunque cosa tu beva. Ricorda di goderti la vita e di non smettere mai di imparare. E' se la chiusura? La frase finale. Puoi trovare modo di bere in Blogspot, Tiktok, Instagram e YouTube. Se ami il progetto, puoi diventare sostenitori del programma su Patreon e accedere a più contenuti esclusivi ed educativi. Le informazioni sul www .molodibere .com. La musica è stata composta da Ercilia Prosperi per O. Puoi ascoltarli su www .ou .music .bandcamp ¿Veo bajo el brazo, vayas o qué? Permanece dejándose llevar Un otro, se engañando Se déjase para ese mismo  

La musica per il podcast è stata composta da Ersilia Prosperi per la banda Ou: www.oumusic.bandcamp.com.

Prodotto, registrato, e montato da Rose Thomas Bannister.

Steve Silverstein ha fornito assistenza audio.

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