▷S1E3 Presidenti e amiche: Teresa Bruno e Ilaria Petitto d’Irpinia

Cresciute nell'aria più pura in Irpinia, la terra delle cascate e dei boschi, Teresa Bruno ed Ilaria Petitto si sono incontrate per caso. Adesso Teresa è la presidente e Ilaria è la vicepresidente del consorzio tutela vini d'Irpinia. Le due viticoltrici presentano le uve antiche della regione: Greco di Tufo, Fiano di Avellino, e Aglianico (anche di Taurasi). Spiegano il vostro lavoro per il consorzio, e condividono i loro migliori consigli per scoprire nuovi vini.

Puoi vedere più informazioni dei vini d’Irpinia: https://consorziovinidirpinia.it/

I vini che Teresa faccia con suo fratello Roberto: https://aziendaagricolapetilia.it/

I vini d’Ilaria: https://www.donnachiara.com/

 

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  • Brava, mi piacc. Benvenuti a Modo di Bere, podcast su bevande locali e detti locali. Sono la condutrice Rose Thomas Bannister. Oggi sono molto contenta di intervistare di persona Teresa Bruno e Ilaria Petito, due vitticoltrici della campania. Oltre i vitticoltrici, loro sono importanti sostenitrici nella regione. Teresa è il presidente del consorzio in Erpinia e Ilaria e vicepresidente. Teresa fa vino insieme con suo si andà agri con la patilia e Ilaria guida Dona Chiara dove la sua famiglia produce vino da tempo della nonna di mia madre. Grazie, grazie. Mi piace iniziare il programma chiedendo ai miei ospiti per una bevanda e un detto locale. Ilaria mi piacerebbe che tu ci insegnassi le nobili uve irpine, ma prima mi piacerebbe parlare con Teresa della lingua locale in Irpina. Hai un detto o una frase molto regionale da condividere? Certo, la nostra provincia è una provincia bucazione vitivinicola e quindi si è sempre parlato di vino da tempi molto a dietro. Il detto che ti comunicherò adesso è questo, il vino buono si vende senza la frasca. Oggi invece abbiamo voglia con il nostro consorzio di comunicare i nostri vini non solo all 'Italia ma al mondo intero, così come stiamo facendo. e l 'aria sono così entusiasta di imparare da te su Irpinia possiamo iniziare con le uve con la storia delle uve Irpinia produce vino da tantissimi anni quindi quando parliamo ovviamente di mille anni fa perché l 'Italia come sai è una storia che va indietro fino all 'impero romano è difficilissimo dire la verità, cioè sapere con certezza quello che stiamo dicendo. Alcuni sostengono che, per esempio, il greco di Tufo è stato portato sulle coste della Campania durante il tempo della Magna Gresa, altri dicono che l 'Aianico deriva dalla Spagna, quindi non possiamo essere certi no delle teorie sull 'origine dei nostri vitigni, ma siamo sicuri comunque che sono vitigni molto antichi, che sono vitigni Toctoni, quindi questa è la specialità dell 'irpina, cioè di avere dei vitigni che possiamo sostanzialmente coltivare e far crescere e produrre soltanto noi in Irpina, come denominazioni appunto Irpine, che sono dei bianchi molto longevi, che è un 'altra caratteristica unica, perché comunque il fiano di Avellino e il greco di Tufo sono delle varietà tardive, ma che poi danno il meglio negli anni, e anche l 'Aianico, che è comunque una varietà tardiva che è considerato il grande rosso del sud d 'Italia, è un vino che si vendemmi a novembre quando in Italia la vendemmia è praticamente finita dappertutto e però poi è un vino che appunto ha delle performance longeve negli anni quindi noi siamo molto orgogliosi della qualità e delle nostre varietà autotone. Mi interessano molte luove autotone. Teresa parliamo di più dei vini che sono fatto di queste uve? Sì, certamente. Allora con le uve che l 'aria ha ampiamente descritto noi otteniamo per l 'Irpini a tre denominazioni a DOGG e delle denominazioni a DOC. Per le denominazioni a DOGG con le uve di Greco che sono coltivate in otto piccolo comuni della provincia di Avellino e che sono Tufo e i 7 paesi confinanti noi avremo e otteniamo il greco di Tufo di Ocg che è effettivamente uno dei nostri fiori all 'occhiello come vini ed è uno dei vini più ricercati della provincia di Avellino poi invece nella zona ci spostiamo di zona perché poi la cosa così bella dell 'Irpigna e che ha una zonizzazione già, diciamo, definita, perché noi abbiamo per le dioceghi tre zone che solamente in due piccoli casi si cavallano sulle denominazioni però formalmente abbiamo questa zonizzazione già evidenziata e quindi spostandoci A lato del greco di Tufo, noi avremo la zona del fiano di Avellino. Le uve sono fiano e la denominazione che prende dalla coltivazione all 'interno dell 'Irpina in questi paesi si chiama fiano di Avellino. Spostandoci ancora nella zona del Taurasi, le uve sono agianico, ma con tre anni di invecchiamento e un disciplinare molto rigido, noi avremo ultarati di OCG. Queste tre denominazioni poi hanno avuto anche la possibilità di essere riconosciuto in riserva con degli anni di invecchiamento maggiori. Grazie mille per l 'adricazione della regione. Forse possiamo parlare del caratteristico di Fiano, Greco, Alianico. Allora partiamo sicuramente con i bianchi perché in abbinamento si parte sempre con i vini bianchi, non per importanza perché le denominazioni hanno pari importanza. Partendo dal greco di Tufo, in realtà nel bicchiere noi troveremo nella vendemmia corrente, nel vino giovane, avremo sicuramente delle importanti noti floreali, di fiori bianchi e gialle, gilestre, biancospini, di quei fiori non coltivati, di quelli che si trovano selvatici, al gusto sicuramente avremo una buona parte di frutta, frutta fresca, cidula, avremo tanta sapitità, avremo voglia di continuare a bere il vino, perché il grego di tufe è un vino istancabile e abbiamo poi, mandandolo giù, una lunghezza, è molto molto lungo e tutto quello che noi abbiamo bevuto ci continuerà a permanere alle nostre note gustative. È il fiano? Il fiano, il fiano di Avellino, il nostro fiano di Avellino, è il vitigno delicato, è più sicuramente aromatico del greco di tufo, quindi avremo un impatto dal bicchiere più imponente, ci saranno tanti fiori e tanta frutta giovane, mettendoli in bocca noteremo un corpo e una spalla più imponente. Sicuramente un vino che va abbinato a formaggi, a pietanze più strutturate ed è comunque uno il nostro fiore all 'occhiello, il fiano di Avellino e soprattutto è lui che ci stupisce nella longevità. È molto molto lungo e negli anni avrà note di petrolio, avrà profumi terziari che nebreranno appunto il bicchiere. Mi piace molto piano, greco, alianico, tutte. We can speak also of the alianico, il rosso. Sì, allora l 'alianico lo descriveremo nella dio cg del Taurasi. L 'alianico è un vino che ha almeno tre anni di invecchiamento e nella riserva almeno quattro anni in becchiamento. Assicuramente il passaggio in legno da disciplinare e quindi questo ci fa già immaginare cosa possiamo trovare all 'interno del bicchiere. Avremo sicuramente in particolare zone di produzione del Taurasi avremo una sensazione di fiori quali le rose, la rosa canina, la frutta rossa, le ciliegge, le more, i lamponi e poi in bocca avremo questo grandissimo corpo, grande calore e grande acidità si combinano perfettamente insieme per dare un 'esplosione in bocca di sapori e poi la lunghezza lungo lungo comunque sapido rispecchia completamente il territorio dell 'irpinia. piacerebbe parare di più del terreno. Sicuramente noi abbiamo dei sottosuoli a macchia di l 'opardo, significa che non tutti i sottosuoli sono uguali ed è anche questa la motivazione per cui in alcune zone si coltiva il grego di tufo in altre il fiano di avellino e in altre il taurasi. Nella zona assolutamente del grego di tufo noi abbiamo le marne, abbiamo un sottosuolo sul furio e molto minerale. Nella zona del fiano abbiamo sicuramente una zona calcarea mentre invece nella zona dell 'Aianico abbiamo un terreno vulcanico, quindi le tre differenti tipologie, seppur in una zona molto piccola, ci danno delle sensazioni diverse e la possibilità appunto di coltivare tre viti in autoctoni totalmente diversi tra di loro. Perfetto, grazie. Che? Si, un caffè per te, Roberto. No, no, va bene, va bene, già. Mi chiesto, sembrate come buone amiche, da quanto tempo vi conoscete? In realtà ci conosciamo da un decennio e la nostra amicizia è nata per caso, mi era stato consigliato di tenermi lontana perché lei era, lei e l 'aria era così diversa da me. Io ho più sul mondo acricolo, lei è più fashion, il mondo della moda. E invece poi la contaminazione ha fatto bene a me e forse anche un po' a lei. Io mi piace questo, io pensavo, non davvero una cosa, ma una sorta di troppo che abbiamo in inglese. Spero se avete qualcosa simile all 'Italia, c 'è una città con una città con una città con una città Tu sei un topo di campagna, io un topo di città Ma non so qual è meglio Ci sono la stessa cosa in Italia? No, no, no, non si riusce, però te lo rubo Hai stollito, è un bel modo Da noi in Italia essere una toppa non è una cosa troppo bella Voglio chiedervi da vostro lavoro come Presidente Evici, Presidente del Consorzio Tutelevini di Opinia. Potremmo cominciare dall 'inizio. Cosa è un Consorzio Divino italiano? Il Consorzio di Tutela, dei vini, in realtà è un organo ministeriale e quindi è l 'insieme, è l 'unione dei agricoltori, dei trasformatori delle uve in vino e degli imbottigliatori. Se si riesce ad arrivare ad un numero una percentuale che il Ministero ha per legge, questo consorcio diventa consorcio di tutela dei vini ed è effettivamente un impegno molto molto importante perché comporta il controllo del territorio e delle denominazioni, però anche la divulgazione e la promozione di queste. Dimititi più della tua visione per il consortio, per i vini. La mia visione per il consortio in realtà è la visione del mio territorio, perché il consortio non può prescindere da tutta l 'evoluzione che un territorio può avere. In realtà il nostro territorio a livello divini è già conosciuto, non è conosciuto per l 'insieme delle cantine e dei brand che possono invece portare questa nostra forza territoriale in alto. Ecco, la mia visione futura ma immediata, perché è già iniziata, è l 'apertura totale del nostro territorio e dei nostri pensieri. I nostri vini si possono solo far conoscere se il nostro territorio si fa conoscere e l 'unione è fondamentale. Ilaria Teresa, per tutto il vostro lavoro di promuovere la vostra regione vorrei assicurarmi che i nostri ascoltatori abbiano l 'opportunità di conoscere anche le vostre cantine. per favore dimmi di Dona Chiara di Patilia. Allora, Dona Chiara in realtà è stata iniziata comunque da mia madre. Ecco perché si chiama Dona Chiara, perché Chiara è mia madre e lei in realtà ha dedicato la cantina alla nonna, quindi Dona Chiara era la nonna di mia madre e la chiamavano Dona Chiara in segno di rispetto perché parliamo comunque di una donna vissuta tra fine 800 e primi del 900 e mia mamma era legatissima alla nonna per cui quando hai ereditato questi vigneti lei era andata in pensione dalla scuola perché è stata insegnante comunque ha voluto mettere sulla sua produzione, la sua cantina ha voluto dedicarla alla nonna. Io non ho avuto il piacere di conoscerla alla nonna di mia madre però sono cresciuta con i racconti di questa donna molto moderna per quell 'epoca, molto forte e determinata che comunque si è occupata delle proprietà della famiglia durante tutte e due le guerre mondiali quando appunto i uomini non c 'erano, erano lontani dalla famiglia, ha insegnato a mia madre, inculcato a mia madre l 'amore per la campagna, a quei tempi in Italia c 'era la mezzadria quindi queste erano delle vere e proprie fattorie, c 'erano gli animali, non si faceva solo vino, si produceva il grano, il tabacco, tante cose. Poi verso la fine degli anni '80, primi anni '90, mio nonno convertì tutta la proprietà come vigneto. Io in realtà quando ero giovane ero, consideravo Avelino una città troppo piccola e noiosa, quindi me ne volevo andare. A 18 anni mi sono andata a studiare a Roma, mi sono laureata a Roma in legge e poi sono diventata avvocato e pensavo che, insomma, volevo comunque girare il mondo, non volevo lavorare in un 'azienda di famiglia. Mia madre però mi chiese di tornare a Davellino per vedere come stavo organizzando la cantina, quello che stava facendo e devo dire che è stato per me, è difficile spiegarlo perché è stato veramente tipo una cosa magica, un innamoramento della parte comunque di queste erpini a così verde, così selvaggia autentica, che ovviamente è molto piacitante rispetto alla città, che invece è una piccola città, e quindi ho cominciato a interessarmi del vino, a mettere veramente tutti i miei sforzi in questa cantina, anche a cambiare molte cose, perché comunque avevo un 'idea completamente diversa dalla visione molto tradizionale di mia madre. Quindi all 'inizio abbiamo avuto ovviamente dei momenti in cui non eravamo per niente d 'accordo, però lei credo adesso sia molto orgogliosa e molto soddisfatta insomma di quello che abbiamo fatto con Donna Chiara. Brava, ok, brava, ok, per Petilia. Dimmi un po' della storia del Petilia. Petilia significa piccola patria, nuova patria, in realtà dal greco. In realtà per me e per mio fratello è stato veramente l 'inizio di un 'avventura, perché la nostra azienda non è nata dai nostri genitori, ma è nata dalla volontà e dalla passione per la terra di mio fratello Roberto che in realtà studiava fisica nucleare, quindi tutt 'altro. Io sono stata coinvolta in Petilia, semplicemente per l 'amore sviscerato che ho per mio fratello, quindi massima fiducia. Lui ha iniziato questo percorso per me era normale che ci fosse anche io. Quindi quando abbiamo iniziato questa avventura io ho impegnato i miei soldi per il matrimonio, lui ha impegnato i suoi risparmi e abbiamo iniziato costruendo la cantina sotto casa. Con i anni poi siamo cresciuti, sono cresciuti i vigneti perché noi comunque abbiamo tutti vigneti di proprietà alla nostra un 'azienda agricola e abbiamo anche costruito la nostra cantina. Abbiamo costruito significa che abbiamo messo mattune su mattune con le nostre mani. Io scelto le pietre e li andavo a caricare col furgoncino e Roberto metteva pietre, oltre poi a lavorare nella terra. In realtà può sembrare una cosa faticosa, ma è stato molto molto divertente. Quando io arrivo nella mia azienda io so ogni pietra da quale posto viene, da quale vigna viene, perché tante delle nostre pietre sono state tratte dalle nostre vigne e so ogni terreno e ogni vigna che sapore la sua terra. È veramente una passione dove il lavoro non è fatica, il lavoro è divertimento e volontà di scoprire la natura cosa ci può dare ogni anno e questa petilia a petilia non è uguale ogni anno, i vini di petilia variano da anno ad anno, noi lavoriamo in agricoltura biologica per le nostre vigne, abbiamo il massimo rispetto per la terra e per l 'ecosistema intorno a noi E la cosa più bella di Petilia è continuare a sognare e ad avere progetti nuovi di anno in anno, come quest 'anno per esempio abbiamo presentato qui Tarantella che è un vino ancestrale che è piaciuto tantissimo, un greco, base greco di tufo ma è un greco. E per noi è stata una scoperta perché pensavamo anche di non portarlo questo vino. Quindi l 'emozione di New York quest 'anno con Tarantella è stato come ogni volta che siamo venuti o pure abbiamo intrapreso nuovi progetti, perché le vere emozioni sono condividerle e Petilia ha voglia di essere sempre condivisa. Ci sono più parole, più messaggi che volete condividere con ti ascoltatori. Allora il messaggio migliore che è quello che poi abbiamo cercato anche di lanciare in questa nostra promozione qui a New York è venite a visitare l 'Irpigna perché il modo migliore per conoscere i vini di una regione e visitare quella regione, vedere il posto, conoscere le persone, assaporare il cibo, combinato con il vino del posto e così così sia praticamente tutta l 'esperienza completa e poi quando si ritorna a casa si ripuono degustare il vino e ricordarsi di quel viaggio meraviglioso e così l 'esperienza si consolidano ancora di più e quel vino ti rimane in mente per sempre, credo che questa sia la cosa migliore da fare ed è per questo che invito tutti a venire in Irpinia, l 'Irpinia fa parte della regione Campania, so che la Campania come nome non è conosciuto, quindi dico anche che è la regione di alcune località turistiche tra le più famose al mondo, tra cui la Costiera Malfitana, Sorrento, Capri, e l 'Irpina e la provincia di Avellino si trovano nell 'interno, ma è molto semplice da raggiungere, è un po' somerviglioso. L 'area ha sicuramente detto tutto. Io direi che oltre a visitare l 'Irpigna l 'Irpigna va respirata, noi abbiamo un 'area particolare dei nostri boschi e abbiamo acque e cascate bellissime che rappresentano la purezza della nostra terra. Quindi venite in Irpigna che oltre a tanto verde troverete tanto vino buono e tanto cibo buono oltre alle persone autentiche. Sono 100 % d 'accordo con questo messaggio, nella vita mai smettere di imparare, mai smettere di essere curiosi, di conoscere nuove cose, di scoprire per esempio nuovi vini, sicuramente i vini dell 'Irpina possono essere la novità, anche se non sono nuovi, ma la novità che i consumatori americani possono scoprire. Puoi trovare Modo di Bere in Blogspot, Tiktok, Instagram e YouTube se ami il progetto. Puoi diventare sostenitori del programma su Patreon e accedere a più contenuti esclusivi ed educativi. Le informazioni sul www .molodibere .com La musica per il podcast è stata composta da Ercilia Prosperi per OU. Puoi ascoltarli su www .oumusic .bandcamp .com 

La musica per il podcast è stata composta da Ersilia Prosperi per la banda Ou: www.oumusic.bandcamp.com.

Prodotto, registrato, e montato da Rose Thomas Bannister.

Steve Silverstein ha fornito assistenza audio.

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